Ho iniziato a leggere “Lo spazio bianco” di Valeria Parrella
una domenica mattina, in cerca di una lettura che si potesse esaurire nel giro
di un week end. Mi sono trovata avvolta in uno spazio di attesa senza tempo che,
una volta terminato il libro, mi ha chiesto di essere riassorbito con
cautela.
“Lo spazio bianco” è un libro denso, come venire immersi nuovamente in
quel liquido primordiale da dove tutti siamo partiti.
La voce narrante è quella di Maria, quarantaduenne,
insegnante alle scuole serali di Napoli; figlia di operaio negli anni Settanta,
appartenente a quella generazione di scarto intellettuale che - a suo dire - le
conferivano una certa arroganza perché sarebbe stata la prima della sua
famiglia a non lavorare in fabbrica; con una madre che non si chiedeva il
“come” delle cose fintanto che avesse avuto un marito al suo fianco ad
accompagnarla, il cui mondo precipita in un televisore una volta rimasta vedova.
Maria è in cinta del frutto di un amore distratto con un uomo
senza codice di responsabilità, con il quale l’unione era stata solo il
pretesto per rispecchiare le reciproche solitudini.
All’improvviso un dolore rotondo e forte la precipita nella
sala d’aspetto di un ospedale, dove partorirà prematuramente Irene. Da quel
momento il tempo si biforca.
C’è un tempo sospeso dell’attesa dove nessuno, neppure i
medici, possono dare a Maria le risposte che vorrebbe sentirsi dare. Lei
abituata da sempre a trovare negli accadimenti della vita un nesso causa –
effetto che la rassicuri con risposte certe e che non lasci spazio al dubbio ed
ai tentennamenti. Vive affacciata all’oblò dell’incubatrice dov’è tenuta Irene,
una figlia dal volto ancora troppo piccolo per intuirne i lineamenti, con mani
troppo piccole per stringere anche la falange più piccola della mano della
madre.
E’ un tempo all’interno del quale la speranza convive con il
pensiero della morte, a volte con il desiderio di essa per porre fine
all’incertezza; un tempo scandito dalle entrate ed uscite dall’ospedale, dagli
orari di visita, dalle speranze e dai dolori degli altri genitori che con Maria
condividono quell’attesa per i loro figli.
C’è poi un tempo della vita al di fuori dell’ospedale dove
Maria non trova più collocazione né forze nemmeno per prepararsi da mangiare.
E’ questo un tempo scandito dalla vita in una Napoli degradata, dove le nuove
costruzioni sanno già di vecchio ancora prima di essere terminate ed i
cavalcavia sono buoni solo per buttarci di sotto vecchi frigoriferi e
televisori. Una città che impone ai suoi abitanti di fermarsi alle necessità,
andare a lavorare troppo giovani o vendere cocaina. Ma è il tempo di una città
che concede ancora scorci di mare tra i palazzi, che donano respiro a Maria ad
di fuori dell’attesa, un tempo nel quale c’è ancora spazio per un incontro
amoroso, spazio per i propri alunni e spazio per registrare tutto ciò che era
accaduto prima di Irene e ricollocare l’importanza alle cose che verranno.
"Lo spazio bianco" è un racconto che non lascia margine alla
retorica né alla poesia; una narrazione che fa lo stesso rumore di un palmo
aperto quando sbatte su di un tavolo per affermare una verità. Senza indulgenze
né concessioni.
Non è stato, per me, un libro semplice: difficile per il suo
linguaggio disarmante nel descrivere una realtà che ho avvertito troppo lontana
dalla mia. La reazione a questo è stato un bisogno di distacco da quel panorama
descritto e da coloro che lo abitano; un muro al di là del quale ho faticato a calarmici completamente perché l’atto di coraggio che riporta nella
giusta prospettiva l’importanza delle cose è un atto di riconoscimento di un
dolore esistenziale che travalica le certezze spicciole e spoglia le speranze
dalle umane aspettative; uno spazio in cui un pò si nasce ed un pò si muore.
Un libro che non chiede interpretazioni né buonismi ma
solo tenacia nell’attesa di poter imprimere un proprio spazio bianco dal quale
iniziare a descrivere un presente che è un presente nuovo, anche se nessuno ci
ha mai insegnato che si poteva fare. Ma si può fare!
Un libro da leggere più e più volte.
Titolo: Lo Spazio Bianco
Autore: Valeria Parrella
Edizioni: Einaudi
Collana: Super ET
Anno di pubblicazione: 2008
Titolo: Lo Spazio Bianco
Autore: Valeria Parrella
Edizioni: Einaudi
Collana: Super ET
Anno di pubblicazione: 2008
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