Erano mesi che girano attorno a questo libriccino: sarà stato
lo sguardo curioso della donna in copertina, l’annuncio della presenza di un
taccuino – per giunta del mio colore preferito – che quando finalmente mi sono
decisa ad intraprenderne la lettura me lo sono divorato in poche ore.
“LA DONNA DAL TACCUINO ROSSO” di Antoine Laurain, edito da Einaudi, sarebbe la partitura perfetta per una commedia sentimentale
ambientata, guarda caso, nella città romantica per eccellenza, Parigi.
E’ la storia di Laurent e Laure le cui vite si svolgono,
l’uno ignaro dell’esistenza dell’altra, all’interno della stessa città fino a
quando una malaugurata sera Laure viene aggredita e scippata della sua borsa.
Il giorno seguente sarà proprio Laurent, libraio di quartiere, a ritrovarla casualmente abbandonata su un
bidone dei rifiuti.
Troppo bella per essere stata gettata via, Laurent decide
di tenerla e dal gesto ovvio di aprirla per cercare documenti e cellulare, scoprirà
una serie di oggetti personali appartenenti alla sconosciuta e dalla quale far
partire la sua indagine per ritrovarla: un taccuino di colore rosso pieno di annotazioni
personali, una penna a sfera Montblanc, un paio di dadi, tre sassolini, un
fermaglio con un fiore di stoffa azzurra, la ricevuta di una lavanderia, un
romanzo di Patrick Modiano con dedica.
La storia procede così su due binari paralleli: la ricerca di
Laurent che oggetto dopo oggetto tenta di risalire all’identità della donna
della quale conosce i pensieri più intimi ma che ancora non ha nome né volto;
quella di Laure, immobile ed ignara delle sorti della sua borsa, e che ancora
non sa di essere diventata il pensiero centrale di un uomo che non conosce.
La storia si dipana veloce, una trama apparentemente semplice
dove i personaggi si muovono con leggerezza ed ironia; sullo sfondo le vie di
Parigi e dei suoi arrondissement piene di bar, bistrot e librerie; una
narrazione delicata ed al tempo stesso una piccola miniera di citazioni, titoli,
scrittori e poeti del passato e contemporanei da annotare, cercare e
soprattutto leggere.
Mentre Laurent apriva quella borsa color malva ed uno ad uno
estraeva con cura gli oggetti narranti di una vita a lui sconosciuta, io facevo
altrettanto con la mia di borsa ed estraevo il suo contenuto assaporando il
gusto del ricordo che ogni singola cosa porta con sé.
Perché c’è un significato
in ciò che possediamo che va oltre la semplice materialità del suo essere tra
le nostre mani: il divenire delle cose nel corso del tempo, come segnalibri di
episodi significativi e caratterizzanti da tenere stretti nella speranza di non
dimenticare attimi fugali e veloci che il tempo sbiadisce troppo in
fretta.
Mi sono interrogata sul loro
significato arricchito dai miei ricordi, su ciò che voglio continuare a portare
con me nel mio personale viaggio attraverso la vita, su ciò che mi sopravviverà
e sul significato che gli sarà attribuito da chi dopo di me sfiorerà quelle
stesse cose; sull’incalzare del tempo ed il senso del tramandare l’importanza
di qualcosa che rappresenta molto di più dell’essere un semplice oggetto.
Mi è
rimasto tra le mani il sapore di un senso di nostalgia ed anche la voglia di
prendermi cura di tutto quello che per me rappresenta “l’importante” che non è
detto che siano sempre persone ma che può essere semplicemente un taccuino rosso.
Titolo: La donna dal taccuino rosso
Autore: Antoine Laurain
Edizioni: Einaudi
Collana: Super ET
Anno di pubblicazione: 2015
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