domenica 3 aprile 2016

Amo i libri perchè...

Amo i libri. 
Li amo per le loro consistenze così diverse: snelli o corpulenti che quasi ti fanno presagire le pieghe delle storie che raccontano. Mi lascio ammaliare da toni sfacciati di copertine sgargianti o dalle miti sfumature di quelle più timide. Ammetto di preferire le rigide alle flessibili: anche perché io, i libri, li porto ovunque soprattutto in borsa; e poi li sottolineo ed appunto dalle posizioni più improbabili, soprattutto da quelle orizzontali di letture notturne o domenicali sprofondate nel divano, ed allora ammetto che quelle rigide mi agevolano notevolmente nell’impresa.
Li amo tenere tra le mani, sfogliare e sistemare.
Ho scaffali in perenne movimento e più passano gli anni e più il numero aumenta e più questi movimenti diventano imprese titaniche da programmare con congruo anticipo, possibilmente nei periodi di ferie. E mi ritrovo alla fine delle ferie con libri ovunque che mi ci vorrebbero almeno altre due settimane, una per capirci qualcosa ed un’altra per riprendermi dalla fatica del trasloco.
Sistemarli per dimensione o per colore? C’è chi lo fa anche per autore.
Non credo di avere un criterio predefinito di collocazione: questo si adatta in modo armonico a seconda dei nuovi arrivati. Un po’ come quando arriva un ospite inaspettato a cena: un po’ ci si stringe, anche se non si riesce più a sgomitare o ad accavallare le gambe sotto il tavolo; in alcune cucine esistono meravigliosi tavoli che si allungano ed allora tutto diventa più comodo, ma la gioia di un ospite gradito è sempre fonte di sorrisi e motivo di brindisi. Così come quando è un nuovo libro ad arrivare: non sono ancora arrivata al punto di brindare ma di certo sorrido molto.
Credo di mostrare tutti i sintomi di una tossicodipendenza quando entro in libreria: vago per un tempo che a me sembra minimo ma che da occhiate eloquenti e sbuffi non troppo celati dei miei malaugurati accompagnatori, è sempre ben oltre il limite massimo di sopportazione di chi non presenta i miei stessi sintomi. Per cui in libreria preferisco andarci da sola e perdermi, faticando poi a trovare la via d’uscita. Ma quando ne esco con borse pesanti neanche fossero fatte di cemento armato, mi sembra quasi di respira per la prima volta ed il ritorno a casa è leggero e pieno d’entusiasmo nel pregustarmi la conoscenza con i nuovi arrivati.
Perché l’incontro con un nuovo libro è un po’ come un atto d’amore: ci sono i preliminari di uno sfogliamento lento e non troppo approfondito perché hai paura di anticipare i tempi e non vuoi rovinarti la sorpresa. Ma poi quando trovi il giusto incastro di tempo e posizioni, tutto scorre fluido fino a diventare un avvinghiamento quasi morboso. Anche quando inizi a presentare i primi sintomi di cedimento fisico sai di non poter perdere il ritmo perché senti di essere vicino al raggiungimento di quell’apice che svelerà il motivo del vostro incontro! E di questi momenti, spesso in un unico libro ce ne possono essere più di uno. C’è poi l’avvio alla conclusione come planare dolcemente su acque tranquille: tutto il fervore dell’incontro si placa i sensi si distendono e puoi finalmente assaporarti l’atto che è stato. Che non è sempre detto che sia un orgasmo di quelli da urlo, ma infondo alla fine poco importa: è stata comunque un’esperienza che valeva la pena di essere vissuta.
Io i miei partner li trovo a pelle, non solo perché mi piace sfiorarli, ma perché preferisco lasciarmi ispirare da ciò che hanno da suggerirmi:  che sia un titolo, una copertina o semplicemente una parola. In genere non prediligo le novità: troppe chiacchere e troppe aspettative. Preferisco lasciar decantare il loro momento di clamore, soprattutto se successi troppo annunciati, e poi avvicinarmi a loro quando le luci della ribalta si sono spente. Che se sono stelle la loro luce non si affievolisce solo perché è passato qualche mese dal loro debutto anzi, di solito un buon libro è come un buon vino: più invecchia meglio è.
Per quanto compulsiva nell’acquisto, non sono una lettrice particolarmente vorace. Per me la lettura è un atto che va dosato secondo l’umore ed il tempo, non solo quello cronologico, ma anche quello atmosferico e soprattutto emotivo. Mi piace che di ciò che leggo mi rimanga una traccia e col tempo ho capito che per questo è appunto il tempo che mi ci vuole. Anche se poi arrivano folgorazioni che mi brucio in una notte.
Ho liste interminabili di titoli che vorrei leggere ed anche senza queste ho già comunque più libri di quanti se ne possano leggere in una vita o forse due. Ma non me ne faccio un cruccio. Per me sono comunque un patrimonio prezioso coltivato con pazienza e rispetto che un giorno – spero più lontano possibile! – lascerò a chi so che li amerà come li amo io.    

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